La pizza rappresenta una dei prodotti ‘iconici’ dell’Italia. Conosciuta, amata, replicata in ogni angolo del mondo nasconde anche un’insidia.
Appena la primavera inizia a fare capolino con le sue giornate più luminose e con temperature finalmente più gradevoli, parte la corsa dei ristoratori al tavolino all’aperto. E’ uno degli infiniti, e più graditi, aspetti che sanciscono l’arrivo della bella stagione.

L’importante è che vi siano i tavolini all’aria aperta. Per ciò che riguarda il menù la scelta è quanto mai varia. Si può spaziare dall’aperitivo al gelato, fino ad un pasto completo. Un pasto che può e che è, il più delle volte, rappresentato dalla consumazione di una gustosa pizza.
Simbolo indiscusso dell’Italia nel mondo, nel 2010 la ‘nostra’ è stata riconosciuta dalla Commissione Europea come Specialità Tradizionale Garantita (STG). Nel 2017, invece, l’arte dei pizzaioli napoletani ha ricevuto il riconoscimento ufficiale da parte dall’Unesco come Patrimonio immateriale dell’umanità.
Legittimazione concreta nei confronti di un alimento a cui è stata dedicata una Giornata Internazionale della Pizza, in programma il 17 gennaio. Secondo la tradizione in quella giornata i pizzaioli napoletani chiudevano le loro attività per rendere omaggio a Sant’Antonio Abate, Santo protettore proprio dei pizzaioli e dei fornai.
Correva invece l’anno 1889 quando la Regina Margherita di Savoia ha visitato la città di Napoli. In quell’occasione così particolare si racconta come sia stata creata una pizza a lei espressamente dedicata, e che da lei ha preso il nome di “Pizza Margherita“. Il suo caratteristico condimento comprendeva mozzarella, pomodoro e basilico, i cui colori bianco, rosso e verde richiamavano quelli della bandiera italiana. In verità è lecito credere che la Pizza Margherita esistesse ben prima dell’arrivo della reale a Napoli.
Va bene la pizza ma occhio a questa pericolosa abitudine
Pizza in ogni momento della giornata e pizza in un qualsiasi giorno della settimana. Sembra un’altra era geologica quando si attendeva il sabato sera per andare in comitiva in pizzeria. Tradizione che va ancora forte ma accanto a quella del sabato sera si possono affiancare anche altre pizze durante il corso della settimana.

Magari ordinandole in pizzeria e portarle, ancora calde a casa, per gustarsele in tutta tranquillità. Perché le cosiddette ‘pizze da asporto‘ non sono meno appetitose di quelle ‘normali’. Occorre, però, fare in modo di eliminare completamente una consolidata abitudine che può rivelarsi invece molto dannosa. Attenzione alla pizza e, soprattutto, al cartone che la contiene.
NON METTERE IL CARTONE NEL FORNO perché il cartone può prendere fuoco a temperature superiori a 200 °C. Tuttavia, anche a temperature inferiori sussistono comunque dei rischi. Per evitare pensieri la pizza va sempre tirata fuori dal cartone e gustata al momento. Fino all’ultimo boccone. E allora Buon Appetito!